S4M garantisce qualità e trasparenza per sbloccare la spesa pubblicitaria su mobile
Qualche inverno fa, diciamo nel 2005, tornavo verso casa dopo un sabato pomeriggio con gli amici. Avevo il lettore mp3 che suonava in cuffia, ma la canzone non mi piaceva. Allora ho messo la mano in tasca, e scostando monetine e scontrini trovo il tasto per passare a quella successiva. Arrivo poi alla macchina, ma tra il telefonino e i biglietti del tram mi perdo nel traffico di oggetti mentre cerco le chiavi. Oggi le chiavi non le ho più, uso il car sharing, e nemmeno monetine e scontrini, perché l’mpayment è più comodo. Non ho più neanche il lettore, tanto ho l’abbonamento a Spotify. Insomma non ho più niente, solo lo smartphone. È superfluo dire che mi sento più leggero, e ancora di più che il mobile è diventato un elemento indispensabile della quotidianità di quanti possiedano uno di questi device. È utile, invece, notare che l’advertising ha effetto quando sfrutta i media più utilizzati dagli utenti. Questo non significa solo che lo smartphone è lo strumento più consultato dagli italiani, ma anche che bisogna studiare strategie disegnate sul dispositivo, e non importarne alcune trasposte da altri mezzi. Siano anche digitali. Solamente su mobile è possibile condurre ad esempio footfall analysis e campagne di geolocalizzazione, un vero e proprio ponte tra digitale e fisico capace di indicare l’efficacia di una campagna riflessa su entrambi i mondi. Bisogna tener conto però di alcuni problemi e applicarsi per risolverli in modo da «sbloccare gli investimenti» che ora non sono «proporzionali all’utilizzo del device per una serie di criticità», afferma Andrea Pongan, country manager di S4M, contattato da DailyNet.